E’ la più grande installazione mai realizzata da Yona Friedman ed è stata da poco inaugurata in Abruzzo, nelle campagne di Loreto Aprutino.
Non man’s land si presenta come un grande arazzo naturale che si dispiega su due ettari di terreno ed è formato da una grande quantità di sassi bianchi di fiume, da una struttura di 1.000 canne di bambù, che rievoca il museo senza pareti dell’artista, e da un dizionario immaginario inciso su oltre 200 alberi di noce.
Realizzata dall’artista ungherese insieme a Jean-Baptiste Decavèle, l’opera ha coinvolto associazioni e studenti d’arte e architettura, che hanno contribuito attivamente alla diffusione della filosofia partecipativa di Friedman, quella della terra di nessuno che è terra di tutti.
Yona Friedman e il modello di spazio condiviso
No man’s land è molto più di una straordinaria installazione: è un modello di cambiamento etico e sociale, replicabile in ogni luogo del mondo, che vuole cancellare l’idea di proprietà e valorizzare lo spazio condiviso.
La terra di nessuno si libera di ogni accezione negativa, per diventare simbolo di apertura e condivisione: la no man’s land è un dono che l’arte fa a tutti.
Negli anni a venire No man’s land, gestita dall’omonima fondazione, ospiterà progetti di altri artisti, che trasformeranno l’installazione adattandola alle loro esigenze e fruiranno anch’essi di questo straordinario museo a cielo aperto.