La video installazione “Slow Dancing”, firmata dall’artista statunitense David Michalek, accende le luci sulla stagione 2016/17 del LAC.
L’opera consiste in un trittico di grandi dimensioni che celebra la danza e che verrà proiettato dal 20 settembre al 9 ottobre sulle facciate esterne del centro culturale, dopo esser stato presentato al Lincoln Center di New York e in altri luoghi iconici come l’Arsenale della Biennale di Venezia, l’Opéra Bastille di Parigi e Trafalgar Square a Londra.
“Slow Dancing” si compone di una serie di 43 ritratti in movimento realizzati attraverso la tecnica dell’hyper-slow-motion video ideata dall’artista. In questi ritratti compaiono ballerini e coreografi provenienti da tutto il mondo, la cui sequenza di movimenti è proiettata, in forma di trittico, su ampie superfici pubbliche. La registrazione della sequenza dei movimenti di ciascun artista, della durata di cinque secondi, si è svolta all’interno di un set appositamente concepito, adoperando videocamere in grado di catturare 1’000 fotogrammi al secondo in alta definizione. Il risultato è una serie di video in cui l’azione dei danzatori è estremamente rallentata e il mutare dei loro gesti quasi impercettibile. I 43 ritratti che si susseguono rivelano così la tecnica e l’espressività unica dei singoli artisti: tra gli altri l’estensione di un arabesque, le figure coreografiche delle braccia e la rotazione delle mani nel flamenco, l’headspin di un break dancer.
Lo slow-motion accentuato permette di percepire la complessità di gesti apparentemente semplici e di catturare dettagli che normalmente sfuggono all’occhio, mentre la grande dimensione dell’installazione contribuisce a dare un’aria solenne ai danzatori. Osservando i trittici che si combinano in modo casuale senza mai ripetersi nell’arco dei 20 giorni, lo spettatore può confrontare ballerini appartenenti a stili e culture diverse: danza classica, flamenco, break dance, capoeira, tip tap, Butoh, appaiono uno a fianco all’altro.
I protagonisti sono ballerini e coreografi di riferimento della danza classica e moderna, così come noti interpreti di danze tradizionali e forme contemporanee. Oltre che per lo stile, si differenziano per età,
fisicità, formazione e provenienza. Tra loro compaiono gli importanti coreografi della storia della danza William Forsythe, Trisha Brown e Sidi Larbi Cherkaoui; le ballerine Wendy Whelan (New York
City Ballet) e Shantala Shivalingappa; il direttore artistico del Alvin Ailey American Dance Theatre Judith Jamison e Alexei Ratmansky, ex ballerino e direttore del Bolshoi Ballet, ora artista in residenza all’American Ballet Theatre.
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