Il Museo d’arte della Svizzera italiana, in collaborazione con il Centraal Museum di Utrecht, dedica un’ampia esposizione monografica a Craigie Horsfield, artista britannico che dagli anni Ottanta conduce una straordinaria indagine sulla natura stessa dell’immagine fotografica.
Nel suo lavoro ricorrono ritratti, nature morte, nonché momenti di vita quotidiana, riti e tradizioni popolari, temi e generi diversi rappresentati con tecniche innovative che tendono a stemperare i limiti fra le varie discipline artistiche. La fotografia costituisce infatti solo uno dei molteplici tasselli che si sovrappongono nella sua produzione artistica: a partire da un negativo, o da un fotogramma, Horsfield produce opere di grande formato realizzate con tecniche sorprendenti e disparate come arazzi e affreschi.
La struttura narrativa della mostra si sviluppa in sezioni tematiche incentrate su opere emblematiche, sovente lavori monumentali come i maestosi arazzi dedicati alla scena apocalittica di Ground Zero o al Golfo di Napoli in un’ambigua visione notturna.
Lo straordinario percorso che ne scaturisce porta alla luce le relazioni che intercorrono fra eventi accaduti in luoghi e momenti apparentemente lontani, fra le persone che ne sono state partecipi e gli spettatori che ne fanno scoperta in mostra.
Il concetto di relazione – inteso sia come il legame tra individui sia come il narrare, il raccontare – è centrale nell’opera di Horsfield. Nei progetti che ha realizzato appositamente per questa mostra, così come in altre numerose occasioni, ciò è particolarmente evidente. Secondo l’artista un’opera d’arte si realizza pienamente solo grazie al ruolo attivo del pubblico: «Ciò che avviene qui è il riconoscimento di un passaggio di comprensione, di raccoglimento e di identificazione, l’impressione di dare tempo e profonda attenzione al mondo e agli altri, e a un presente profondo. […] A volte questi passaggi sono fluidi nelle loro interrelazioni, altre volte sono spigolosi e discordanti, e all’interno della struttura ci sono strati su strati di associazioni, citazioni e allusioni, dentro le opere, dentro la narrazione e nel corso della storia, la storia immaginata come un presente profondo».
Installazione sonora
Sin dall’inizio della sua carriera Craigie Horsfield coltiva un profondo interesse per il suono e la musica, una passione che si riflette nella struttura della mostra, articolata come i movimenti di una composizione musicale. Accanto agli arazzi, agli affreschi e alle stampe, il percorso espositivo include un’installazione sonora composta e mixata dall’artista in collaborazione con Reinier Rietveld appositamente per lo spazio espositivo del MASI. Questo elemento sonoro, in dialogo con le altre opere e insieme ad esse, contribuisce all’elaborazione di nuovi e specifici significati.
I ritratti
La mostra presenta inoltre una serie di ritratti inediti realizzati a Lugano dall’artista appositamente per l’esposizione del MASI. Ciò che prevale in queste immagini è l’esplorazione dei processi attraverso i quali cerchiamo di comprenderci l’un l’altro e di esistere insieme. Al tempo stesso queste opere l’unicità delle persone che collaborano con l’artista e la loro singolare e unica esistenza nel presente, riconosciuta nell’attenzione dello spettatore, attraverso il raccoglimento, la sensibilità e l’empatia.
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